Fimosi
In un periodo di tempo variabile, dalla nascita ai 18 anni di età, grazie alla cheratinizzazione dello strato epiteliale del prepuzio e come conseguenza delle spontanee erezioni che avvengono durante il sonno ed in coincidenza con le minzioni, si realizza una completa, naturale ed atraumatica separazione del prepuzio dal glande. Studi statistici hanno dimostrato che la retrazione avviene piuttosto lentamente ed e’ completa a sei mesi di vita nel 25% dei bambini, ad un anno nel 50%, a due anni nell’ 80% ed a quattro anni nel 90%. Nel restante 10% le adesioni si risolveranno in epoche successive, senza che ciò comporti la necessità di ricorrere a terapie chirurgiche.
Viene, invece, definita FIMOSI PATOLOGICA quella condizione caratterizzata dall’impossibilità allo scorrimento del prepuzio sul glande, causata dalla presenza nella porzione distale del prepuzio (ostio prepuziale) di una porzione ristretta, biancastra e fibrosa (SCLEROSI CICATRIZALE).
E’ di fondamentale importanza distinguere la fimosi fisiologica da quella patologica perché solo quest’ultima riconosce una vera indicazione alla chirurgia.
Nel corso dello sviluppo embrionale (VI-VIII settimana di gestazione), glande e prepuzio si sviluppano e si accrescono come un organo unico che trae origine dalla stessa gemma epiteliale ectodermica e ciò spiega la loro intima adesione.
Pertanto, alla nascita, la porzione distale del prepuzio e lo stesso ostio prepuziale sono ristretti e non permettono, nella maggioranza dei casi, la scopertura del glande. Nel corso dei mesi e degli anni successivi, le cellule epiteliali che rivestono il glande ed il prepuzio vanno incontro ad una normale degenerazione che causa, insieme con il prodotto delle GHIANDOLE DI TYSON (ghiandole sebacee situate in prossimità della corona del glande), la formazione delle CISTI SMEGMATICHE (perle biancastre). Queste ultime, man mano che il prepuzio si retrae, grazie alle fisiologiche erezioni, vengono eliminate all’esterno. Questo processo di cheratinizzazione dello strato epiteliale interno del prepuzio genera sovente un’importante ansia nei genitori, ma altro non è che un processo naturale, responsabile di una progressiva dilatazione che porterà alla completa RETRAZIONE PREPUZIALE.
I tentativi di retrazione prepuziale, forzando le fisiologiche aderenze balano-prepuziali, sono responsabili di dolore, lacerazione della delicata cute prepuziale con conseguente sanguinamento. La lacerazione viene successivamente riparata dall’organismo mediante la formazione, tra le superfici cruentate, di nuove ADESIONI, molto più tenaci di quelle fisiologiche, e perciò definite CICATRIZIALI. In alcune zone, tra glande e prepuzio si possono creare delle ADESIONI PARZIALI, in corrispondenza delle quali, lo spazio tra foglietto interno del prepuzio e glande, da virtuale si trasforma in uno spazio reale, bisognoso quindi, come nell’adulto, di pratiche igieniche accurata, scarsamente accettate però dal bambino piccolo, il quale, conservando ben vivo il ricordo del dolore provocato dalla retrazione del prepuzio, le ostacolerà in tutti i modi possibili. L’evento finale di questo processo è la comparsa di episodi di BALANOPOSTITE (processo infiammatorio-infettivo a carico del glande e del prepuzio). Condizione favorente le balanopostiti è il diabete mellito perché l’elevato contenuto di glucosio nelle urine favorisce molto la proliferazione batterica.
Altra causa di fimosi patologica è la BALANITIS XEROTICA OBLITERANS (BXO), forma genitale di lichen scleroatrofico, malattia infiammatoria cronica che colpisce sia l’adulto che il bambino. Nella sua eziopatogenesi probabilmente autoimmune, si ritengono implicate cause infettive, infiammatorie ed ormonali. La diagnosi è clinica, facilmente formulata in presenza di una lesione sclerotica biancastra a livello dell’ostio prepuziale e confermata dall’istologia. Può rappresentare uno stato precanceroso e si tratta con l’intervento chirurgico di circoncisione.
Per stabilire la gravità della fimosi sono state formulate diverse classificazioni. Secondo quella di Meuli et al ci sarebbero 4 gradi di gravità, vale a dire, grado I (prepuzio completamente retraibile con anello stenotico lungo l’asta), grado II (parziale retraibilità con esposizione parziale del glande), grado III (parziale retraibilità con l’esposizione solo del meato urinario esterno) ed infine grado IV (nessuna retraibilità).
Tale intervento non riveste alcun carattere di urgenza né esistono indicazioni ad operare il bambino al di sotto dei cinque-sei anni di età, tranne nei casi in cui esistano dei sintomi soggettivi o dei fenomeni morbosi specifici, quali:
E’ una procedura che viene eseguita in regime di Day Surgery, facilitando in questo modo, l’organizzazione familiare e l’accettazione del ricovero da parte del bambino. Esistono due tipi di intervento che vengono comunemente impiegati in età pediatrica:
E’ l’intervento più diffuso e consiste nella asportazione di parte della cute del prepuzio mediante una incisione circolare eseguita sopra la zona ristretta, lasciando uno o due mm della mucosa del solco balano-prepuziale. La cute dell’asta viene quindi suturata alla
mucosa mediante una serie di punti staccati in materiale riassorbibile.
Rappresenta un intervento meno demolitivo.
Consiste in un’incisione dorsale, longitudinale, che viene eseguita
a livello della porzione ristretta del prepuzio e poi suturata
trasversalmente in materiale riassorbibile.
Frequentemente viene associata la sezione del frenulo prepuziale
Le motivazioni più recenti per giustificare la circoncisione neonatale comprendono la prevenzione delle infezioni urinarie nei primi anni di vita e l’infezione da AIDS nella vita sessualmente attiva.
Inoltre, in tutto il mondo una elevata percentuale di bambini vengono ancora circoncisi per motivi razziali e religiosi e la circoncisione viene effettuata molto spesso al di fuori delle strutture ospedaliere.
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